VENERDI' SANTO - Processione del Cristo Morto

La processione del Cristo Morto è certamente il momento più atteso dei riti algheresi.
Ddopo la cerimonia di discendimento dalla Croce, eseguita da confratelli chiamati “Varones” e vestiti dell’antico costume siriaco, il simulacro del Cristo viene deposto nel feretro dorato secentesco che la pietà del popolo ha ribattezzato "Bressol" (culla) e
attraversa il centro storico seguito in processione dai "Jermans Blancs", dalle confraternite spagnole degli incappucciati, dei fedeli in preghiera. È la celebrazione del funerale di Cristo, e a rappresentare la partecipazione di tutti popoli lungo il cammino sono dislocati i cori di tanti paesi della Sardegna, che portano ognuno la propria tradizione cantata per celebrare la sacralità del rito.
Particolare la disposizione dei cori: nella festa barocca algherese si inseriscono tra i silenzi: a chi segue i passi della processione i canti arrivano in perfetta successione, senza soluzione di continuità.

I vessilli che aprono la processione riproducono, dipinti, gli strumenti della passione e sono opere d’arte e artigianato originali, datate al 1653.
I fedeli, i visitatori e i turisti che anno dopo anno arrivano ad Alghero per lasciasi volentieri affascinare da
questo prezioso "tresor, un tesoro ancora da riscoprire", come ha scritto L’Osservatore Romano. 
La scenografia è degna di un quadro di Velàzquez, e il vero protagonista di queste lunghe notti è il popolo. Se i "Jermans Blancs" sono i custodi della storia, è la gente a tramandare gelosamente la memoria, la cultura non scritta, che è ancora viva in quest’angolo di Sardegna catalana. Qui il rito ha ancora il passo pesante del dolore e della sofferenza, la sacralità di un sussurro in chiesa, di un armamentario di memoria che non sa di polvere e ritualità stanca ma di abitudini vive.

- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione sulla base di informazioni tratte dal web.   
- Foto tratte dal web.